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Ora lo so

Posted by Lenglish on Monday, August 12, 2013

agosto 2013


Sono qui.
Ma da domani già non più.
Una brevissima fuga, in attesa di vacanze, nella casa del lago dove tutti i miei dolori convergono e diventano un vortice, dove tutti i nodi si sciolgono e cercano riparo tra le pieghe dei ricordi.

E' passato un anno intero, da quando con il cuore pieno di speranza attendevamo l'inizio del primo tentativo in pma. Eravamo qui  e tutto è uguale a ieri. Il tempo immobile si è cristallizzato, solo la polvere sui mobili mi ricorda  che è passato,
e un figlio che non è più e una mamma che non ho più.
dicembre 2012
Oggi sono in attesa di stare bene, ma il dolore di tutte queste assenze riaffiora come una macchia d'olio in una pozza d'acqua: prima l'acqua era agitata, muovendosi l'olio si confondeva ad altro, non veniva su.
Oggi, che sono qui e mi sono fermata, tutto torna.
Le immagini di lei qui con noi.
Solo ora riesco a comprendere che non è più fisicamente qui.
Il papà di Fab è partito per la montagna ed io, ora, finalmente posso crollare. Posso lasciarmi andare.
Non ho potuto piangere i miei piccoli che mi hanno atteso in provetta da dicembre. Per sei mesi ogni sera ho pregato per loro, e loro, se sono andati in una settimana. Non ho potuto rammaricarmi per questo.
Ho dovuto andare avanti.
Perchè non posso permettermi di guardare indietro, non posso farlo perchè non si vive di dolore e perchè c'era bisogno di me e perchè la nostra mamma non ha avuto il tempo di salutarci e partire. Lo fa ora, in sogno e attraverso il pensiero, ma qui, qui io sento tutto e sto male.
Sento i miei bambini, seduti sul letto attorno a me e lei sulla poltrona azzurra, e mi guardano.
E voglio stare bene.
Ho bisogno di vomitare tutto questo.
E' insopportabile.
Sono stata una pazza.
Il dolore va attraversato e vissuto non va cacciato.
Va accolto, perchè fa parte di se stessi.
Poi si ricomincia. Ma dopo. Non si può andare avanti senza elaborare.
Vuol dire cancellare una parte di vita vissuta, esistita.
Alcune persone mi chiedono come fai?
non lo so. Devo vivere per me e per chi mi ama e devo combattere.
Alcune altre persone invece mi dicono che non mando avanti la mia vita e che il mio pensiero è fermo.
E' vero anche questo. Ci sono periodi in cui è accaduto anche questo.

Mi dispiace per tante cose.
Mi dispiace aver perso per strada tante persone a cui volevo bene, per le quali sentivo di aver aperto il cuore. Ma sono tante le cose accadute, i fatti successi, ed io evidentemente, non sono stata brava a tenere insieme alcuni pezzi e ho lasciato che tutto si sgretolasse.
Sarebbe comunque accaduto.
Qualunque rapporto e qualunque situazione sopravvive se il destino è quello.
In ogni caso, in questo momento della mia vita, mi costa di più, ne soffro maggiormente, pur avendo la consapevolezza che comunque alcune cose se sono accadute, è stato per un motivo già scritto.

Ho smesso di assumere gli integratori.
Il problema di assenza dei sapori non passa e il mio amico dott pensa non sia più una micosi orale ma forse un sovradossaggio di acido folico, che ora mi rendo conto, assumo in quantità industriali.
Mi tocca un prelievo prima di ferragosto e così capiremo.
Ho avuto molti segnali eloquenti dal mio corpo in questi ultimi due mesi. Segnali che ho compreso ma che ho dovuto ignorare perchè non era possibile fare diversamente.
Una mamma non può permettersi di fermarsi di fronte a niente e per il mondo intero è normale, ci sono i figli da mandare avanti, quella donna non si può fermare.
Il fatto che io non abbia figli non mi esonera. Non ho potuto fermarmi. Sono dovuta andare avanti, non c'è stato tempo per accartocciarmi su di me. A parte le due lezioni settimanali di yoga alle quali non ho voluto rinunciare, il resto del mondo andava sorretto.
Il mondo va avanti lo stesso, anche senza di me. Lo so.
Ma io so anche di avere un ruolo, di mamma, di figlia, di moglie.
So perchè ci sono e so perchè sono così: insieme di pezzi del passato e di donne con i fianchi larghi e le maniche dei maglioni tirate su.

Per questa casa, che da oggi lascio, doveva passare il mio dolore.
Lo attendevo.
Ora fa parte di me.

Tengo per mano i miei bambini, li sento figli come non mai. Sento intensamente la loro presenza e quella loro dolorosa assenza. 

Racconterò questa storia.
Voglio raccontarla agli altri e ai miei figli che verranno.
Per questo sono qui.
Ora lo so.












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