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Non saremo più gli stessi

Posted by Lenglish on Sunday, November 17, 2013

Ieri sera, mentre cercavo di addormentarmi, ti guardavo.
Il tuo viso contratto nel sonno, la mano stretta alla mia.
Le tue lacrime ferme agli angoli degli occhi.
Ti sussurro nelle orecchie "che cosa c'è" e mi dici "non lo so. E' qualcosa dentro che fa male".





Ho pensato che questo è il momento in cui il dolore si sta sedimentando.
Prende una forma in fondo alla nostra vita.
Si sta depositando.
Mentre prima era tutto agitazione, nebulosa, fino alla gola il dolore ci strozzava.
In questo momento no. In questo momento ci stiamo sedendo sul dolore. Lo osserviamo mentre si deposita.


Dopo picchi acuti, la mia gastrite mi ha abbandonato. Faccio un pò di fatica a metterlo nero su bianco perchè ormai è tanto che sto male fisicamente e vorrei che le cose non cambiassero ora che vanno meglio, ma improvvisamente, dopo una crisi intensa legata anche un'influenza piuttosto forte, il mio male dentro, se ne è andato.
 Il mio fuoco si è spento.
Mi aspetto qualche ripresa di fiamma, ma sento che è passata.
Curioso il mio modo di reagire stavolta, ma io so perfettamente cosa è accaduto.

Ogni mio aborto è stato seguito da una mia ripresa immediata. Una reazione sempre più aggressiva in proporzione al dolore provato. Ho lasciato che il dolore mi investisse in pieno all'inizio, appena abortito, ho lasciato che tutto avvenisse senza freni e senza farmi sconti. Ho lasciato che tutto si agitasse intorno. Ho creduto di non farcela. I giorni dopo la gravidanza extrauterina e l'intervento alla tuba, e poi, i giorni dopo il raschiamento di dicembre scorso, sono stati i giorni in cui ho pensato seriamente di non riuscire a sopportare quel dolore e di non voler vivere così.
Quelle situazioni esulavano dal mio desiderio di diventare genitore.
Non eravamo noi ad essere messi in discussione ma i nostri figli.
Il dolore provato è stato equivalente a quello che si prova dopo l'addio improvviso di una persona cara. Un addio che non ti ha permesso di dare quell'ultimo bacio, un addio che ti ha strappato per sempre il suo abbraccio, la sua voce. Quel dolore che si prova non per se stessi ma per quella vita che non può più essere vita. Ecco, è il dolore che si prova dopo un aborto. Non ha importanza quanto tu possa stare male. Tuo figlio non esiste più. Non è più vita. Questa è la tristezza più grande.

Poi però, arrivano i giorni della speranza.
Improvvisamente quella luce si riaccende. Improvvisamente hai bisogno di ricordare a te stessa che tu hai ancora il potere di fare qualcosa. Puoi ancora "generare speranza"!
E allora reagisci. Sempre con più forza.
Così ogni volta.
Invece.
La morte improvvisa della mamma di mio marito, ha generato una reazione immediata, forte, violenta, grande.
Poi sono seguiti i giorni in cui tutto è crollato.
E' accaduto il contrario di quello che normalmente accadeva, solo che stavolta mi è mancata la fase della speranza.
Ecco cosa è accaduto.
E' mancata la speranza.
A quell'addio improvviso e crudele non ha avuto seguito lo spiraglio di luce che ogni volta tentavo di mantenere acceso.
E così sono stata male, fisicamente stavolta.
E così sono caduta, in ginocchio.
Non sarò più la stessa persona di prima, mai più.
Non saremo più gli stessi, io e lui.


Questo è un momento in cui siamo spesso insieme.
Per questioni lavorative accadute, subito dopo la morte di Carla, ci siamo ritrovati a lavorare entrambi in casa.
Non è facile gestire la giornata da mattina a sera senza che il lavoro e le preoccupazioni entrino a far parte della nostra vita di coppia. E' difficile normalmente per tutti aprire la porta di casa la sera e lasciar fuori le preoccupazioni. Noi fuori della porta non possiamo lasciare nulla, perchè sta già tutto in casa.
Però.
Però siamo diventati una cosa sola.
Che sembra una frase scontata eppure di scontato non c'è nulla. A volte non dobbiamo dirci le cose, i pensieri, i ragionamenti, perchè ci scopriamo a fare gli stessi pensieri, gli stessi ragionamenti. A volte no. Ci urliamo dietro le incomprensioni, ma sempre di più oggi mi rendo conto di quanto forte è il nostro dialogo e la nostra capacità di spiegarci.

Allora,
forse saremo per sempre solo io e lui.
Forse tutti i nostri figli sono già esistiti e non nasceranno più.
Ma siamo noi due la speranza.
Ecco perchè il mio fuoco si sta spengendo.
Adesso mi è tutto chiaro.

Allora, quel male dentro, io lo so cos'è.
Dormi,
ci sono io qui, vivo per te e per la nostra famiglia.
Dormi.



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