Sarò schietta.
A me il mondo fatto di glitter, stelline e cuoricini di certi siti, non è mai piaciuto.
I blogs che accolgono uno stile così, non mi interessano, i loro autori tanto meno.
Non leggo i migliori delle classifiche di gradimento. C'ho provato in passato, giuro. Poi mi sono stufata. Non mi arricchiscono, non ce la faccio, proprio non mi interessano. Senza dubbio sono una che si annoia presto e sono incostante, per carità, questo lo ammetto.
Trovo però che in giro ci siano tantissime cose ben fatte che val la pena di seguire senza tanto clamore: un sacco di gente che disegna in modo sublime e si racconta per immagini, tanta gente che fa il mio lavoro (l'architetto intendo, non la blogger) descrivendo la passione che ha senza piegarsi ai cliché degli articoli shabby chic che l'ultima moda detta.
Ci sono persone vere che si raccontano profondamente, e si capisce subito. Lo capisco da quanto poco è curata la grafica del loro sito, con questo non voglio dire che il sito non è gradevole, ma è chiaro che non è una presentazione, la loro, paracula, accattivante, che ti strizza l'occhiolino per accalappiarti e farti tornare poi a leggere alla volta successiva. Si capisce che ci sono persone a cui va di raccontarsi, perchè scrivere e scrivere in pubblico, senza chiudersi tra le quattro pareti virtuali del proprio pc, fa bene a tutti, ma che se un giorno succede che ti rode e non scrivi, oppure ci butti dentro due parolacce, va bene lo stesso.
Quelle persone non sono bloggers.
Sono persone.
Sono le stesse che pensano sia normale indossare il cappotto dello scorso anno e non rendersi conto che quest'inverno il vero must è il giaccone di piuma d'oca.
Sono persone distratte da quelle che dovrebbero essere le regole per farsi leggere, a cui interessano i commenti, ma per crescere e confrontarsi.
Ci sono persone che non contano.
Non mettono in fila le parole, non si segnano opinioni.
Sono quelle persone che camminano silenziose, costruendo.
Senza chiedere agli altri cosa ne pensano delle loro invenzioni di vita. Accolgono consigli e li elaborano, poi mixano tutto e affrontano, in maniera critica, l'argomento.
Non chiedono. Non pretendono.
Non giudicano.
Raccontarsi in un blog è come raccontarsi nella vita reale.
Si sceglie come farlo, per come si è, per quello che si può fare.
Io ho cercato sin qui di farlo raccontando una vera verità, la mia.
Senza paillettes e senza edulcoranti. E non perchè faceva piacere a chi mi leggeva, ma perchè faceva piacere a me che scrivo per me, pubblicamente sì, ma perchè sapere di essere letti mi mette in una posizione di nudità. Non ci sono scuse. Sei quello che scrivi e quello che si vuole leggere di me. Questo fa crescere e il mio è stato sin qui, un interessante esperimento di crescita.
Sono stata criticata per aver scritto tanto qui.
Sono stata anche amata per aver scritto così di me, qui.
Nessuno mi obbliga a farlo, quello che mi ha sempre mosso è sempre stato esclusivamente una roba egoista.
Ma mi piace sviscerare le situazioni, i pensieri, i sentimenti.
Il rischio è sempre lo stesso, quello di essere fraintesi. Ma se si decide di scrivere nudi, non è che poi se piove all'ultimo momento si può rimediare una mantellina.
Mi bagno.
Però non è sempre facile.
Io lo so che a volte mi parlo addosso. Lo so che posso dare la sensazione di girare intorno al vuoto.
Ma il vuoto vero non sono le mie parole. Il vuoto vero è tra le mie mani, per quanto io possa raccontarmi cose diverse.
Io lo so.
Non è mica necessario ricordarmelo. Sono piuttosto obiettiva, nonostante mi si dica che il dolore può non rendermi tale. Ho coltivato una buona dose di razionalità nel tempo, quel tanto che mi ha permesso, credo, di leggere con lucidità cosa mi accade.
Io non sono una persona con tante certezze. Mi faccio tante domande perchè cerco risposte.
Le mie sicurezze me le sono costruite con il dolore. Un tempo no. Un tempo ero più in balìa dei giudizi, delle situazioni. E non è facile certo raccontarsi girando intorno a un vuoto.
Una persona vera è vera proprio perchè si è dimenticata di truccarsi quella sera e ha una scarpa di un numero diverso dall'altro. Può essere guardata male dal pubblico in sala, però all'inizio dello spettacolo c'è arrivata comunque puntuale.
So quali sono le parole che possono far raggiungere i numeri per i massimi ascolti, ma non è così che la vita funziona.
E quindi, continuo ad essere sempre convinta che non sono i nostri figli il nostro alibi.
Prima o poi, i conti con noi stessi li dobbiamo pur fare e allora, bisognerà vedere cosa troveremo.
Thanks for reading & sharing Lenglish
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HI???