15° giorno di meditazione
Riflettevo in questi giorni, dopo essere passata a prendere un tè dalla mia amica V.
Non è un bel periodo per V. e io, ho ripensato di aver sperato che qualcuno avesse qualche minuto per me per prendere un tè, quando era il mio, il periodo che non andava bene.
Però non è stato facile. Il suo bambino non ci ha lasciato tregua, ha pianto sempre e non l'ha lasciata mai, nè ha permesso che io potessi interagire con lui o con lei.
Stanchezza nei suoi occhi e nei suoi gesti.
Giorni fa al telefono V. mi ha detto di sognare il giorno in cui annuserà l'odore del mio bambino e potrà tenerlo tra le sue braccia.
Quasi una settimana fa R. è stata operata in urgenza. Le hanno tolto nove fibromi all'utero. Ha un anno più di me, i suoi genitori non ci sono più, per me, nonostante alti e bassi, è come una sorella, a R. avevano detto che le avrebbero tolto l'utero, anche se non ha figli.
L'intervento è durato sei ore, alla fine il chirurgo che la stava operando è uscito per chiedere al suo compagno se erano stati mai da un ginecologo visto lo stato in cui era arrivata in sala operatoria.
Ovviamente sì.
Ovviamente le avevano detto di aspettare e che i fibromi erano cinque, non nove, e che era meglio intervenire dopo una gravidanza.
Quale gravidanza sarebbe potuta esistere mai in quel luogo ostile?
R. oggi è a casa e anche il suo utero. Intero.
S. non c'è più. Se ne è andata ridendo. Ha vissuto con ironia, filosofia, creatività. Se ne è andata mangiando dolci, mentre nella sua casa si riunivano vecchi amici che discutevano dei suoi quadri e recitavano mantra.
S. e i suoi gatti, la sua Ciuccetta, mamma della mia Ema. In questi giorni sento il suo spirito in casa che mi viene a trovare. Forse prima di andarsene per sempre, sta passando a controllare che tutto sia a posto.
M. si è lasciata con P. dopo quindici anni insieme. La mia immediata reazione è stata di sconforto, ricominciare tutto daccapo dopo una certa età... ma poi osservandola attentamente ho notato un cambiamento enorme in lei, come di un grande peso tolto al suo cuore. Sembra rinata, e il rapporto sbagliato con quella persona l'aveva incatenata e non ce ne eravamo resi conto. Ora è bella, e c'è tanta luce intorno a lei.
Finchè non sei nei panni degli altri.
Se per un attimo ti spogli del tuo vestito e indossi quello degli altri, allora ti si aprirà un mondo grande, che ti arricchirà e ti ridarà luce.
Vorrei rispondere a chi pensa che io sia in un tunnel da cui non riesco ad uscire.
Provate a spogliarvi dei vostri panni davvero. Eliminate ogni vostro preconcetto nei miei confronti.
Ascoltate.
Mica ho detto che è facile.
Provateci ad ascoltare.
Potete calarvi anche nei panni di un'altra donna, non per forza nei miei.
Non dite "io non avrei permesso a me stessa di arrivare a questo punto"
Io l'ho fatto con V., con R., con S., con M., inconsapevolmente l'ho fatto. E ho giudicato, pur dicendo a me stessa di no. L'ho fatto. E questo ha condizionato i miei rapporti con loro, e i miei comportamenti.
Non fermatevi qui, tra le righe di questo blog spesso abbandonato.
Non troverete nulla del mio lavoro, della mia famiglia, di ricette, dei miei interessi qui. Per quelli visitate il mio profilo facebook e il mio sito professionale.
Qui parlo dei miei figli, quelli passati e andati via e di quelli che saranno oppure no. Ci sono stati momenti in cui ho avuto bisogno di parlarne di più, altri meno. Ho condiviso tanto, qui e nella vita reale. Nella vita reale non ho ricevuto nulla in cambio, qui sì. Non giudicatemi vi prego.
Ho avuto bisogno di passare per certi canali stretti per rinascere.
Come un bambino che nasce con un parto naturale.
E oggi che sono rinata, e che non ho più voglia di stare male, nè sono più disposta a stare male se non ha più un senso, ho la forza per svestirmi dei miei panni e guardarmi con i panni di un'altra persona.
Perchè mi sento bene finalmente e riesco a essere questo e anche altro.
Era lo stesso ospedale in cui ho perso la mia tuba sinistra e il mio quinto figlio.
Lo stesso reparto.
Gli stessi lunghi corridoi.
Ho annusato quei luoghi, tremavo camminando in silenzio.
Sono passata davanti alla sala medici nella quale sono stata visitata in urgenza dopo essere passata per il pronto soccorso, nella quale ho firmato i moduli per dare il permesso di asportare tube e ovaie in caso di bisogno, nella quale ho urlato un dolore che mai nella mia vita avevo provato.
Immagini veloci, odori, parole a spot, buio intermittente.
Nausea nel ricordo.
Ho chiuso gli occhi e ho respirato profondamente, come ho imparato a fare.
Ho ripercorso al contrario corridoi di dolore, con i miei piedi, correndo. E sono uscita per sempre da quel dolore.
Io,
io sto.
Thanks for reading & sharing Lenglish
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HI???