Non sono abituata a progettare il mio futuro.
Mi sono programmata una vita tale che ogni giorno è diverso dall'altro. Se tu mi chiedi se possiamo vederci il giorno X all'ora Y, io ho serie difficoltà a risponderti, perchè di fatto, non so mai cosa farò quel giorno. Potrei avere un impegno che mi dura tutta la giornata, oppure no. Non è che sia una persona così impegnata da avere tutte le ore con gli appuntamenti, no. Per carità. Ho scelto un lavoro che non mi fa uscire la mattina e rientrare la sera. Certo, non ho sicurezze. Vado avanti alla giornata. E' una scelta. Condivisibile o no.
Non è facile per niente sostenerla, però mi rende libera. Almeno libera come lo intendo io.
Oggi per esempio, ho preso un appuntamento di lavoro fino all'ora di pranzo, poi abbiamo lasciato la città per entrare in un centro benessere, uno dei regali per i miei quaranta, e cercare di lasciare tutto alle spalle.
Siamo usciti felici, ci siamo cucinati una frittura di pesce e poi bevuti un buon Soave gelato.
Siamo liberi? punti di vista.
Per me la libertà è non essere costretta a programmare il futuro.
E così, quanto mi è stato difficile programmare questi anni a rincorrere un desiderio, calcolare razionalmente i momenti cercando di prevederli.
Non sono mai stata a mio agio in questo ruolo che mi è stato dato o che mi sono data, fatto sta che, a me non piace pensare al futuro.
Vivo il presente.
Quando sto male, vivo nel passato.
Stasera, il mio corto circuito è pensare ad un passato in cui lei pensava al suo futuro.
Il suo futuro sarebbe stato quello di svegliarsi durante la notte per i soliti dolori, lavorare un pò a maglia e aspettare il sorgere del sole.
Il suo ultimo sole.
Poi pensare a prepararsi per quel futuro imminente, una mattina dai dottori a fare esami e controlli, preparare la colazione, uno sguardo indietro alla telefonata con suo figlio, e poi alla cena con suo marito.
Un piccolo futuro.
Piccole ore, minuti che si susseguono, il sole che nasce, e poi, il respiro che si ferma, quelle parole ormai quasi sussurrate, e poi il futuro che si attacca al presente, diventa una cosa sola e poi si trasforma in passato.
Per sempre.
Eccolo il mio corto circuito stasera. Un anno in cui al massimo mi è stato concesso di pensare al presente, mascherato da passato.
Immagini congelate per sempre.
Un dolore che si è trasformato in consapevolezza.
Un'assenza che ha costruito un vuoto senza fine nelle nostre vite.
Cosa vuol dire essere liberi se non il desiderare di costruire il proprio futuro senza avere paura?
Thanks for reading & sharing Lenglish
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HI???