La questione è, che mi sento spenta.
Non so nemmeno con chi parlare.
Di cosa.
Oramai è tutto lontano.
Oramai i miei bambini sono lontani.
Sono fermi in fondo alla strada e mi salutano, con la manina mi fanno ciao ciao.
Io vado avanti e cammino, mi giro e li vedo lì in fondo.
Non camminano più con me.
Sono sola.
Non li chiamo più.
Non penso più a loro.
Sono solo il caso che dovrebbe determinare la diagnosi.
Mi scendono due lacrime grosse come case mentre scrivo queste parole, ma non scendono sul mio viso, sono in fondo alla gola e non si muovono. Rimangono lì traballanti.
Mi sento in colpa, perchè io vado avanti e loro rimangono lì, in un limbo di non esistenza.
Tra poco li dimenticherò anche io.
Oggi a fatica ricordo le date del loro addio.
Domani farò confusione e non sarò più sicura di ciò che è successo.
Oramai il corpo è guarito, forse anche il cuore.
Un tempo sufficientemente lungo per lenire le ferite, un vuoto incolmabile, ogni sera, prima di addormentarmi.
Sogno di feti ancora non formati ma partoriti.
Sogno di deliri inconsapevoli, strumenti di passaggio, ponti tra la realtà e ciò che è stato.
Sono in bilico.
Nuovamente.
Mio figlio non arriva più.
Ogni mese mi allontano, ogni mese la conferma che non sono più io e che mi sono trasformata in qualcosa che non riconosco, una donna che non mi appartiene, una donna che lascia soli i suoi figli.
Lui mi chiede di provare ancora con la pma.
Io non voglio.
Io non credo più alla scienza.
Io non ho garanzie.
Io non ci credo più.
Io ho bisogno di riscattare il mio corpo, ma poi mi sento egoista e mi dico che IO non centro niente. Che sono solo il mezzo, che non devo pensare a riscattare me stessa e che questo preclude la strada a mio figlio. Che non c'è giustificazione.
Che sto sbagliando tutto.
Che sono sbagliata.
E il non ammetterlo è come voler mettere la testa sotto la sabbia, è come non voler vedere che le cose stanno in un modo. Un solo modo.
Quello che non fa arrivare mio figlio.
Che il mio istinto ha fallito.
Stavolta ha fallito.
E io non sono una buona madre, se non combatto più con altri mezzi.
Che forse,
mi sono arresa.
E non lo so.
Mercoledì 15 ottobre è la giornata del babyloss.
Noi mamme e papà accenderemo una candela tutti insieme e un'onda di luce ricorderà i nostri bambini mai nati.
Questo lo posso fare.
Il mio dolore potrà fluire e potrò essere me stessa quel giorno, la donna che mi sento davvero, non quella che oggi recito e che sono diventata.
Sono persa.
Si capisce?
Non so che fare.
Thanks for reading & sharing Lenglish
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HI???